La leggenda di Faust ha origine nella tradizione popolare tedesca ed una prima testimonianza scritta è il Faustbuch, di autore anonimo o, probabilmente, di un monaco luterano.
Nel 1572 Johann Spies,stampatore luterano di Francoforte, venne a conoscenza del Faustbuche lo pubblicò in lingua tedescanel 1587, apportando lievi modifiche,con il titolo di“Historia von D. Johann Fausten”.La Historia, è ispirata alla figura realmente esistita di Johann Georg Faust e la trama è incentrata su questo personaggio eccentrico edalla personalità poliedricain quanto medico, scienziato, astrologo, mago, alchimista, avventuriero e filosofo, nato intorno al 1480 a Knittlingen, nel Württenberg.
Si racconta che Faust avesse firmato un patto inviolabile con il Diavolo e che, nella notte di Venerdì Santo, forse del 1540,avesse trovato la morte in un modo violento nei pressi della città di Staufen. Ma di quale patto si trattava? Ebbene: il diavolo si impegnava ad assicurare a Faust piaceri, potere e totale conoscenza del passato, del presente e del futuro, nell’arco temporale di ventiquattro anni e, allo scadere del tempo, Faust avrebbe dato in cambio la sua anima.
La Historia venne tradotta in varie lingue e attirò l’attenzione di molti letterati (Marlowe, Goethe, Mann, Valéry, Pessoa) e musicisti (Gounod, Beethoven, Busoni, Mahler, Schubert) che, con le loro opere hanno contribuito a trasformare la leggenda in un vero e proprio mito.Faust, quindi, è uno studioso ossessionato e combattuto dal perenne conflitto interiore tra bene e male, tra scienza e religione, tra il desiderio velleitario didiventare immortale e la consapevolezza, mai accettata, dei limiti del genere umano.
Christopher Marlowe, scrittore e drammaturgo inglese, nel capolavoro “The TragicalHistory of the Life and Death of DoctorFaustus (la tragica storia della vita e della morte del Dr. Faustus)descrisse magistralmente il conflitto esistenziale e la grandezza del carattere di Faust, oltre a regalarci versi di purissima liricità nel famoso soliloquio finale della dannazione di Faust che paga il suo pegno.Di qui il termine “faustismo”, a significare il desiderio velleitario e la mancanza del senso del limite.
Ma a parte le molteplici interpretazioni dei succitati grandi autori reperibili nelle rispettive letterature,la mia analisi ha lo scopo di mettere in risalto le caratteristiche comuni e la differenza tra “il faustismo” nel capolavoro marlowiano ed il “berlusconismo” della nostra epoca.
Ciò che accomuna “faustismo e berlusconismo”è il desiderio di onnipotenza e il tentativo di oltrepassare i limiti dell’umano ad ogni costo, ovviamente a livello speculativo e spirituale nel primo caso, a livello più terreno e materiale, nel secondo.
La differenza, invece, sta nel fatto che il “faustismo” è la tipica malattia della mente speculativa che mai è sazia di conoscenza. Infatti Faust, in quanto uomo di scienza, non accetta il senso del limite ed è travolto dal desiderio esasperato di oltrepassare i propri limiti cercando un confronto con il Creatore, come entità che va oltre lo scibile umano, anche a costo di perdere se stesso.Egli impersona la sofferenza, il travaglio esistenziale, la lotta interiore dell’uomo di cultura, del letterato, del filosofo.
Il “berlusconismo”, di contro, è la malattia dell’uomo moderno, dell’uomo dell’era digitale, tecnologica e globalizzata,sempre alla ricerca del piacere immediato, dell’autodeterminazione ad ogni costo e con ogni mezzo, il più delle volte irrispettoso delle leggi. La società consumistica e globalizzata, votata al profitto al di là di ogni logica ed etica, propone continuamente modelli di vita ingannevoli e superficiali e rappresenta il credo dell’uomo malato di berlusconismo.
Non c’è un problema esistenziale che agita il “berluscopatico”, non c’è una lotta interiore finalizzata alla ricerca di se stesso e del senso dell’esistenza, ma solo una arroganza e presunzione narcisistica, egocentrica, individualista.
L’uomo malato di berlusconismo è l’uomo che non perde mai, che tutto può e crede di sapere, che ha la soluzione pronta ad ogni problema, non si pente mai, forte di una propria discutibile etica e filosofia di vita.Basti pensare al mondo della pubblicità che muove le leve della persuasione occulta e ingannevole, per esempio: ecco la nuova..…TUA, TUA A SOLI .. …,00€, zero interessi e prima ancora che tu decida, hanno già deciso loro.
In altre parole il berlusconismo potrebbe diventare, a giusta ragione,il modello negativo dell’uomo contemporaneo e del suo destino.
Proprio come succede in politica ed al politico dei nostri giorni che, mutuando due versi della poesia Sant’Ambrogio, di G. Giusti, “in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato”. La vita è cambiamento e continua evoluzione che ci stimola alla ricerca di nuove forme espressive dell’ideale di libertà e bellezza compatibili con l’essere umano in quanto personificazione di spiritualità, lato sensu, e corporeità.
La scuola ed i media sono chiamati in primis a seminare e coltivare questi ideali.
E mi piace concludere riportando un passo del Faust di Fernando Pessoa che ci riporta alla poesia, alla liricità e non solo alla materialità.
Pasquale Malerba
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6 novembre 1912
Sosto sull’orlo di me e mi affaccio…
Abisso… E in quest’abisso l’Universo
Col suo Tempo e lo Spazio è un astro,
e in quest’abisso altri universi, altre
forme di Essere con altri Tempi, Spazi
e altre vite da questa vita differenti…
Lo spirito è prima stella…Il Dio pensato
è un sole…E ci sono altri Dei, spiriti
di altre forme di Realtà…
E mi precipito nell’abisso, e resto
in me…E mai scendo…E chiudo gli occhi
E sogno, e mi sveglio alla Natura…
Così ritorno in Me, alla Vita
(Fernando Pessoa – Faust – Einaudi (p.54))